Le intolleranze alimentari

Le intolleranze alimentari, possono derivare da varie cause. Ti proponiamo una serie di chiare e semplici domande e risposte su questo tema che coinvolge migliaia di persone.



1) Cosa sono le intolleranze alimentari?

Le intolleranze o Ipersensibilià Alimentari sono manifestazioni dell'organismo che derivano dall'impossibilità di digerire un dato alimento, a causa di difetti metabolici che possono essere causati dallo stile di vita (scarsa masticazione,
errate combinazioni alimentari, etc,), o da stati emotivi alterati, oppure possono essere scatenate dall'assunzione di determinati farmaci.
L'intollerranza può provocare sintomi simili all'allergia (tra cui nausea, diarrea e crampi allo stomaco), ma la reazione non coinvolge nello stesso modo il sistema immunitario.
Sono riconducibili all'accumulo nel tempo delle sostanze responsabili dell'ipersensibilità, fino ad un livello massimo oltre il quale si ha uno o più sintomi.
Le dosi soglia sono soggettive e personali. Per questo le persone che hano un'intolleranza possono spesso sopportare piccole quantità dell'alimento o del componente in questione senza sviluppare sintomi.


2) Quando deve essere sospettata un'intolleranza alimentare?

I sintomi causati dalle intolleranze ai diversi tipi di cibo sono molteplici. I più frequenti sono cefalee, disturbi intestinali (gonfiori, stipsi o diarrea, colite, meteorismi, ecc.), disturbi dell'umore (depressione, irritabilità), dolori articolari, mal di gola o bronchiti ricorrenti e molti altri.
Il sospetto va posto quando un disturbo, anziché comparire in modo passeggero o saltuario, inizia a presentarsi sempre più frequentemente.
In presenza di sospetto di Intolleranza Alimentare si consiglia il confronto con il proprio medico per un’eventuale correzione della dieta e l’approfondimento con esami specifici per individuare oggettivamente l’eventuale intolleranza.

3) Dalle intolleranze si guarisce?

E’ difficile guarire dalle Intolleranze Alimentari, certo è che individuare la personale dose soglia può aiutare a ridurre la manifestazione dei sintomi.
I programmi alimentari devono essere concordati e seguiti dal proprio medico per poter valutare le modalità più corrette e quelle che meglio si adeguano anche alle problematiche individuali.

4) Come faccio a capire se ho un’intolleranza? 

Se si pensa di essere intolleranti ad una data sostanza, si dovrebbero eliminare tutti i cibi contenenti elevate quantità di quella sostanza.
La dieta priva della sostanza sospetta deve essere protratta per almeno 3, meglio se 4 settimane, e si deve rilevare un netto miglioramento dei sintomi, o meglio la loro scomparsa.
Se successivamente all’eliminazione il miglioramento non è netto, allora è molto probabile che non sia frutto dell'intolleranza presunta.
In caso si manifesti un miglioramento, allora si può procedere a un reinserimento graduale degli alimenti eliminati, finché non si nota la ripresa del sintomo segno del superamento della “dose soglia”. Questo consente di stabilire un equilibrio che permette di gestire al meglio la propria alimentazione.

5) Quali sono le intolleranze più comuni?

Esistono solamente 2 sostanze in grado di provocare intolleranze, i cui effetti sono stati sufficientemente studiati, e riconosciute dalla comunità scientifica:
- intolleranza al lattosio
- intolleranza al glutine
L'intolleranza agli zuccheri (lattosio, sorbitolo) è dovuta a un deficit dell’enzima che normalmente permette la digestione dello zucchero che essendo composto dall'unione di 2 zuccheri semplici viene scisso e quindi più facilmente digerito.
Se, invece, l’enzima manca o è scarso, lo zucchero non viene scisso nei due costituenti più semplici e , non venendo assimilato, richiama liquidi per effetto osmotico. Viene fermentato dalla flora batterica intestinale con una produzione di gas che causa tutta una serie di disturbi gastro-intestinali: diarrea, meteorismo,flatulenza, ecc.
Queste intolleranze alimentari sono piuttosto diffuse e sono spesso la causa di problemi intestinali cronici come la sindrome del colon irritabile.
L'intolleranza al glutine
L’intolleranza al glutine chiamata celiachia è una disfunzione intestinale che si manifesta quando il corpo non tollera il glutine (proteina presente nel grano, nella segale, nell’orzo e nell’avena, anche se quest’ultima è oggetto di controversie e di ricerche per stabilirne l’effettivo ruolo). Gli esami sierologici rilevano questa malattia a qualsiasi età, che altrimenti non verrebbe diagnosticata, in 1 individuo su 100 della popolazione Europea (con differenze regionali). I sintomi includono diarrea, debolezza dovuta a perdita di peso, irritabilità e crampi addominali. Nei bambini, possono manifestarsi sintomi di malnutrizione come, ad esempio, una crescita insufficiente. Attualmente, l’aiuto più importante per i pazienti celiaci è una dieta priva di glutine. I centri di dietologia e le organizzazioni di informazione sulla celiachia mettono a disposizione gli elenchi degli alimenti privi di glutine. Escludendo tale sostanza dalla dieta, l’intestino si ripara gradualmente e i sintomi scompaiono.

6) A quale specialista devo rivolgermi?

Tramite il proprio medico, si consiglia di individuare un dietologo o un nutrizionista o un allergologo.

Nessun commento:

Posta un commento